A cura della dott.ssa Alessia Bandettini – Psicologa –
Ogni giorno, per qualunque attività svolgiamo, l’ambiente esterno ci richiede di regolare le nostre emozioni, il nostro comportamento e i nostri processi cognitivi in funzione delle sue richieste. Queste richieste possono essere le più disparate: rimanere attenti in classe durante una lezione noiosa, restare calmi in una situazione che ci fa arrabbiare, aspettare il proprio turno prima di parlare, fare una strada alternativa quando quella che percorriamo di solito per andare in ufficio è chiusa per lavori… Tutto questo è reso possibile dalla nostra capacità di autoregolazione.
Ma che cos’è l’autoregolazione? L’autoregolazione, come si può intuire dalla parola stessa, è la capacità di regolare se stessi, quindi il proprio comportamento, le emozioni e il funzionamento cognitivo, al fine di raggiungere un obiettivo di interesse. Attenzione, avere una buona autoregolazione non significa essere rigidi e controllati, ma semplicemente poter interagire con l’ambiente in maniera “libera”, senza essere sopraffatti dagli impulsi e dagli automatismi.
Autoregolarsi, però, può essere faticoso, richiede risorse. Dopo un’intera giornata di lavoro o di lezioni siamo più stanchi e può essere difficile rimanere concentrati o non dare una rispostaccia a chi ci infastidisce. E se è così difficile per noi adulti, che siamo “allenati” da tutta la vita, pensiamo un po’ per i bambini! L’autoregolazione, infatti, migliora con la crescita: da un lato, l’area del cervello responsabile di queste capacità (la corteccia prefrontale) continua a svilupparsi fino all’adolescenza, con un conseguente miglioramento delle abilità che controlla e un incremento delle risorse disponibili; dall’altro, grazie all’esperienza e all’interazione con gli adulti e con i pari, il bambino impara sempre nuove strategie per regolarsi meglio. Oltretutto, le capacità di autoregolazione possono essere ulteriormente stimolate e potenziate attraverso attività specifiche. Altri fattori che possono influenzare lo sviluppo dell’autoregolazione, in positivo e in negativo, sono anche il tipo di educazione ricevuta (per esempio, uno stile educativo troppo rigido e coercitivo paradossalmente può peggiorare l’autoregolazione del bambino), l’ambiente familiare e scolastico e lo status socioeconomico (spesso a status socio-economico basso possono corrispondere inferiori capacità di autoregolazione, soprattutto nel caso in cui il bambino non riceva abbastanza stimoli). Ovviamente nessuno di questi fattori è determinante nello sviluppo dell’autoregolazione in maniera causale, ma possono incidere come fattori di rischio o di protezione.
É interessante sapere anche che i progressi più significativi si hanno tra i 3 e i 6 anni e che le abilità apprese in questa fascia d’età hanno un’influenza su diverse aree (come ad esempio quella scolastica) anche in età più avanzata. Saperlo ci può aiutare a sostenere al meglio lo sviluppo dell’autoregolazione nei nostri bambini!