La lesione ai legamenti collaterali rappresenta una delle più frequenti tra gli infortuni al ginocchio. Questi legamenti sono cruciali per la stabilità dell’articolazione, sostenendo le forze in valgismo e rotazione.
Cause della lesione ai legamenti collaterali
Questa lesione spesso si verifica come infortunio isolato o può associarsi ad altre lesioni legamentose. In particolare, in casi di lesione di grado 3, si riscontra in circa il 95% dei casi anche una lesione del legamento crociato anteriore (LCA). Questa lesione comporta instabilità del ginocchio in valgismo e aumenta il rischio di degenerazione osteoartrosica nell’articolazione colpita.
I legamenti collaterali, essendo dei legamenti extrarticolari, hanno una notevole capacità di guarigione. Di conseguenza, la maggior parte delle lesioni può essere trattata in modo conservativo. Tuttavia, in casi di lesioni di alto grado o coinvolgimento multi-legamentoso, è indicata un’opzione chirurgica per prevenire l’instabilità cronica.
Questa lesione ha un’incidenza annuale di 0,24-7,3 su 1000 persone, con un rapporto uomini-donne di 2:1. È più comune in sport come calcio, sci ed hockey su ghiaccio.
Le lesioni dei legamenti collaterali deriva da un valgismo o varismo eccessivi del ginocchio con flessione, che può verificarsi sia in situazioni di contatto che senza.
Sintomi
I sintomi di una lesione ai legamenti collaterali dipendono dalla gravità e dalla localizzazione della lesione. Tuttavia, i sintomi comuni possono includere:
- Dolore acuto o sordo lungo il lato esterno o interno del ginocchio, a seconda del legamento coinvolto.
- Gonfiore e sensibilità nell’area del ginocchio interessata.
- Difficoltà nel muovere il ginocchio o nel piegarlo completamente.
- Instabilità del ginocchio, con una sensazione di “mancanza di supporto” o di “cattiva tenuta”.
- Debolezza muscolare nel ginocchio interessato.
- Lividi nell’area dell’articolazione del ginocchio.
- Scricchiolii o sensazioni di crepitio durante il movimento del ginocchio.
Tipologia di lesione:
L’American Medical Association classifica le lesioni in tre gradi:
- Grado 1: alcune fibre lesionate senza perdita d’integrità legamentosa.
- Grado 2: lesione parziale del legamento.
- Grado 3: grave lesione completa.
Sebbene questa classificazione sia ampiamente usata, la sua validità e affidabilità non sono ancora state completamente valutate.
Diagnosi
La diagnosi differenziale può coinvolgere lesioni come il legamento crociato anteriore, il legamento crociato posteriore, il menisco mediale o la gonalgia mediale. L’anamnesi e l’esame fisico, con sintomi come gonfiore locale, ecchimosi e dolore alla palpazione, sono cruciali per la diagnosi da parte di un ortopedico o un fisiatra.
Test specifici
- Test di Stress Valgus e Varo: Questi test valutano la stabilità del ginocchio quando viene applicato uno stress laterale (valgus) o mediale (varo) al ginocchio flesso. Possono essere eseguiti dal medico o dall’ortopedico applicando una pressione sull’interno o sull’esterno del ginocchio mentre il paziente è sdraiato o seduto.
- Test di Varo e Valgus a 0° e a 30°: Questi test valutano la stabilità del ginocchio a diversi angoli di flessione. Possono essere eseguiti applicando una pressione laterale (valgus) o mediale (varo) al ginocchio in posizione estesa e flessa a 30°.
- Test della Trazione a 30°: In questo test, il medico applica una trazione al ginocchio flesso a 30° per valutare la stabilità del legamento collaterale durante l’estensione.
- Test di Lachman e Pivot Shift: Anche se principalmente utilizzati per valutare lesioni dei legamenti crociati, possono fornire informazioni aggiuntive sulla stabilità del ginocchio e sul coinvolgimento dei legamenti collaterali.
Esami strumentali
Esami di Imaging: Oltre all’esame fisico, possono essere eseguiti esami di imaging come la risonanza magnetica (RM) o l’ecografia per confermare la diagnosi e valutare l’estensione della lesione.
Per quanto riguarda il trattamento, la maggior parte delle lesioni di grado 1 e 2 può essere gestita in modo conservativo, utilizzando ausili antibrachiali e programmi di riabilitazione mirati. Mentre, per lesioni di grado 3 senza instabilità in valgismo, il trattamento conservativo è ancora un’opzione valida.
L’intervento chirurgico è considerato quando vi è una lesione di grado 3 con instabilità in valgismo, intrappolamento legamentoso intra-articolare o frattura del piatto tibiale. Il percorso riabilitativo dopo l’intervento può variare a seconda del grado di lesione.
Il trattamento fisioterapico:
La terapia fisioterapica per le lesioni dei legamenti collaterali del ginocchio può variare a seconda della gravità della lesione e delle esigenze specifiche del paziente. Tuttavia, ci sono alcune fasi e obiettivi comuni nel percorso riabilitativo:
Fase 1 – Controllo del dolore e del gonfiore:
- Utilizzo di tecniche di crioterapia e compressione per ridurre il gonfiore.
- Esercizi di mobilizzazione passiva per mantenere e migliorare la flessibilità dell’articolazione.
- Iniziare con contrazioni muscolari isometriche per il quadricipite e gli ischiocrurali.
- Elettromedicali di terapia fisica come la tecarterapia, gli ultrasuoni o ancora meglio la Tecar Sin200 – terapia combinata di tecar + ultrasuoni + veicolazione)
Fase 2 – Miglioramento della gamma di movimento e forza muscolare:
- Incremento della mobilità articolare in flessione e estensione del ginocchio.
- Esercizi di potenziamento muscolare per quadricipiti, ischiocrurali e muscoli stabilizzatori.
- Esercizi di equilibrio e stabilità per migliorare la coordinazione e la stabilità dell’articolazione del ginocchio.
Fase 3 – Ritorno alla funzionalità e attività sportive:
- Aumento della resistenza muscolare e della forza dell’arto coinvolto.
- Progressione degli esercizi funzionali come il jogging leggero, lo sviluppo della forza specifica per lo sport praticato e il lavoro di agilità.
- Valutazione e monitoraggio per il ritorno alle attività quotidiane e sportive.
La terapia fisioterapica per una lesione dei legamenti collaterali mira a migliorare la stabilità dell’articolazione del ginocchio, ridurre il rischio di recidive e ripristinare la funzionalità normale. È importante che il programma di riabilitazione sia adattato alle esigenze specifiche del paziente e sia supervisionato da un fisioterapista qualificato o un professionista medico specializzato in patologie muscolo-scheletriche.
Test di valutazione
Per valutare il progresso della riabilitazione e il ritorno alle attività sportive, vengono utilizzati test affidabili come l’indice della forza del quadricipite e il Single leg hop test.
La prognosi varia da 4 a 12 settimane, a seconda del grado di lesione e del trattamento adottato, con un ritorno graduale alle attività normali e sportive.
Conclusioni:
Se hai subito un trauma al ginocchio e pensi che i legamenti collaterali possano essere rimasti coinvolti rivolgiti al Polo del Ginocchio del Centro Colombo, il dott. Marcello Vangone – ortopedico – e il team di fisioterapia potranno aiutarti a raggiungere una guarigione rapida senza rischio di fastidiose recidive.