Cura e Riabilitazione del Gomito del Golfista: Cause, Diagnosi e Trattamenti dell’Epitrocleite

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L’epitrocleite, nota anche come epicondilite mediale o “gomito del golfista”, è una patologia muscolo-scheletrica del gomito che colpisce principalmente i tendini flessori dell’avambraccio. Descritta per la prima volta da Henry J. Morris nel 1882, questa condizione è comune tra gli adulti, soprattutto in coloro che praticano attività sportive o lavori che richiedono movimenti ripetitivi dell’arto superiore.

Anatomia e Fisiopatologia

L’epitrocleite coinvolge specificamente i tendini che originano dall’epicondilo mediale dell’omero. I tendini più frequentemente colpiti sono il flessore radiale del carpo e il pronatore rotondo, anche se possono essere coinvolti altri muscoli come il palmare lungo, il flessore superficiale delle dita e il flessore ulnare del carpo. La patologia si manifesta con una degenerazione progressiva dei tendini, che inizia con un’infiammazione peritendinea nelle fasi iniziali e può evolvere verso una degenerazione tendinea avanzata. Questo processo degenerativo rende il termine “tendinosi” più accurato rispetto a “epicondilite mediale”, poiché l’infiammazione è solo una componente iniziale della patologia.

Epidemiologia

L’epitrocleite può insorgere in pazienti di età compresa tra i 12 e gli 80 anni, ma è più frequente tra i 40 e i 60 anni, colpendo sia uomini che donne. Si stima che la prevalenza della condizione sia dell’1% nella popolazione generale, ma può raggiungere l’8,2% in contesti lavorativi che richiedono sforzi ripetitivi dell’arto superiore. È spesso osservata negli sportivi, in particolare nei lanciatori di baseball, golfisti e tennisti, ma anche in lavoratori come muratori e idraulici.

Fattori di Rischio dell’Epitrocleite

L’epitrocleite, nota anche come “gomito del golfista” o epicondilite mediale, è una patologia che può colpire chiunque, ma alcuni fattori specifici possono aumentare significativamente il rischio di sviluppare questa condizione dolorosa. Conoscere questi fattori di rischio è fondamentale sia per la prevenzione che per l’adozione di trattamenti mirati. Vediamo in dettaglio quali sono i principali elementi che possono predisporre all’epitrocleite.

Overuse: L’uso Eccessivo e Ripetitivo dei Tendini Flessori

Il sovraccarico funzionale è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo dell’epitrocleite. L’overuse si verifica quando i tendini flessori del gomito vengono sottoposti a sforzi ripetuti senza un adeguato periodo di recupero. Questo può portare a microtraumi ripetuti che, nel tempo, provocano lesioni a livello tendineo. Attività come la flessione ripetitiva del polso e la pronazione dell’avambraccio, tipiche di alcuni sport o mestieri, possono causare un’usura precoce dei tendini, facilitando l’insorgenza della patologia.

Attività Lavorative: Movimenti Ripetitivi e Sollevamento di Carichi Pesanti

Determinati lavori manuali possono predisporre a questa condizione. Professioni che richiedono movimenti ripetitivi del gomito, dell’avambraccio e della mano, come quelle del muratore, dell’idraulico, del macellaio, o attività che comportano il sollevamento di carichi pesanti, aumentano lo stress sui tendini flessori. Questi movimenti ripetuti e prolungati nel tempo possono causare un’infiammazione cronica, degenerazione tendinea e, infine, epitrocleite.

Presenza di Altre Tendinopatie: Una Vulnerabilità Maggiore

Le persone che soffrono di altre tendinopatie sono più vulnerabili all’epitrocleite. Patologie come la tendinite della cuffia dei rotatori, tendinopatie achillee, o epicondilite laterale (gomito del tennista), possono indicare una predisposizione individuale a sviluppare lesioni tendinee. La presenza di una tendinopatia in una parte del corpo suggerisce che i tendini di quell’individuo possono essere più suscettibili a danni e infiammazioni, aumentando il rischio di sviluppare epitrocleite.

Età Avanzata: Il Ruolo dell’Invecchiamento

Con l’avanzare dell’età, i tendini perdono parte della loro elasticità e capacità di riparazione. Questo processo di degenerazione naturale rende i tendini più fragili e meno capaci di sopportare lo stress meccanico. Di conseguenza, le persone di età compresa tra i 40 e i 60 anni, che rappresentano la fascia di età più comunemente colpita, sono maggiormente a rischio di sviluppare epitrocleite rispetto ai soggetti più giovani.

Obesità: Un Fattore di Carico Aggiuntivo

L’obesità è un altro fattore di rischio significativo. L’eccesso di peso aumenta il carico biomeccanico su tutte le articolazioni e i tendini del corpo, compresi quelli del gomito. Questo aumento dello stress può contribuire a sovraccaricare i tendini flessori, facilitando la comparsa di microlesioni che, nel tempo, possono degenerare in epitrocleite. Inoltre, l’obesità è spesso associata a una ridotta attività fisica, che può compromettere la forza e la resistenza muscolare, esacerbando ulteriormente il rischio di lesioni tendinee.

Sintomi e Diagnosi dell’Epitrocleite

L’epitrocleite, o epicondilite mediale, è una condizione dolorosa che colpisce la parte interna del gomito, con sintomi che possono variare in intensità e gravità. Una diagnosi accurata e tempestiva è fondamentale per gestire efficacemente questa patologia e prevenire complicazioni. Di seguito, esploriamo i sintomi tipici, la diagnosi differenziale e l’utilizzo degli esami strumentali nella valutazione dell’epitrocleite.

Sintomi Principali

I pazienti con epitrocleite generalmente presentano dolore persistente nella zona mediale del gomito, che spesso si localizza nell’epicondilo mediale, l’area dove i tendini flessori si attaccano all’osso. Questo dolore può irradiarsi lungo l’avambraccio, rendendo difficoltose molte attività quotidiane.

Il dolore tende a peggiorare con l’uso dell’arto superiore, specialmente durante attività sportive come il golf, il tennis o il sollevamento pesi, o durante attività lavorative che richiedono movimenti ripetitivi del polso e del gomito. In alcuni casi, il dolore può essere così intenso da limitare significativamente l’uso dell’arto colpito, interferendo con la qualità della vita del paziente.

Diagnosi Clinica

La diagnosi dell’epitrocleite è principalmente clinica, basata su un’accurata raccolta della storia del paziente e su un esame fisico dettagliato. Durante la visita si eseguirà una serie di test specifici per valutare la funzione del gomito:

  • Palpazione: L’epicondilo mediale viene esaminato per individuare punti di dolore localizzati.
  • Test di Resistenza: La flessione del polso e la pronazione dell’avambraccio contro resistenza possono aggravare il dolore, confermando la diagnosi.
  • Valutazione del Range di Movimento: Si esamina la mobilità del gomito per escludere altre patologie o limitazioni meccaniche.

Diagnosi Differenziale: Distinguere l’Epitrocleite da Altre Patologie

Distinguere l’epitrocleite da altre condizioni che coinvolgono il gomito è essenziale per una gestione corretta della patologia. Tra le principali condizioni da considerare nella diagnosi differenziale vi sono:

  • Instabilità legamentosa: Problemi di tenuta dei legamenti che possono causare dolore e limitazione del movimento.
  • Epicondilite laterale: Conosciuta anche come “gomito del tennista”, colpisce la parte laterale del gomito e i tendini estensori.
  • Intrappolamento del nervo ulnare: Causato dalla compressione del nervo ulnare, può generare dolore, formicolio e debolezza nell’avambraccio e nella mano.
  • Neurite ulnare: Infiammazione del nervo ulnare, che può provocare sintomi simili all’epitrocleite.
  • Osteocondrite dissecante: Una patologia articolare che può causare dolore e limitazione del movimento.
  • Artrite: Infiammazione delle articolazioni che può coinvolgere il gomito.
  • Radicolopatia cervicale: Compressione delle radici nervose a livello cervicale che può causare dolore irradiato fino al gomito.

Imaging: Quando è Necessario Ricorrere agli Esami Strumentali

Sebbene la diagnosi di epitrocleite sia essenzialmente clinica, in alcuni casi può essere utile ricorrere a esami strumentali per confermare la diagnosi o escludere altre patologie:

  • Ecografia: Questo esame può essere utile per individuare la presenza di tendinosi (degenerazione tendinea) e altre alterazioni patologiche dei tendini flessori. L’accuratezza diagnostica dell’ecografia dipende dall’esperienza dell’operatore.
  • Radiografia: È raccomandata in caso di sospetto trauma o quando il dolore potrebbe essere dovuto a cause differenti dall’uso eccessivo. La radiografia può rilevare la presenza di calcificazioni nei tendini flessori o nel legamento collaterale ulnare.
  • Risonanza Magnetica: Questo esame è utilizzato per visualizzare in dettaglio i tessuti molli e rilevare eventuali rotture tendinee o altre patologie del gomito, come lesioni legamentose o osteocondrali. È particolarmente utile quando la diagnosi clinica non è chiara o si sospettano altre condizioni.

Chi Diagnostica l’epitrocleite?

L’epitrocleite viene solitamente diagnosticata da un medico specialista, come un ortopedico o un fisiatra, che è esperto in disturbi muscoloscheletrici. Questi professionisti effettuano una diagnosi clinica basata su una dettagliata anamnesi del paziente, un esame fisico accurato e, se necessario, esami strumentali come ecografia o risonanza magnetica per confermare la diagnosi e escludere altre condizioni. Un fisioterapista può anche contribuire alla valutazione iniziale e alla gestione del trattamento.

Trattamento Conservativo dell’Epitrocleite

Il trattamento dell’epitrocleite, o epicondilite mediale, è perlopiù conservativo e punta a tre obiettivi fondamentali: alleviare il dolore, riabilitare il tendine colpito e prevenire future recidive. Un approccio ben strutturato e personalizzato è essenziale per garantire un recupero efficace e duraturo.

Alleviare il Dolore

Il primo passo nel trattamento dell’epitrocleite è ridurre il dolore e l’infiammazione, che spesso rappresentano i sintomi più invalidanti per i pazienti. Per ottenere questo risultato, si adottano diverse strategie:

Riposo Relativo

Il paziente è incoraggiato a limitare le attività che aggravano i sintomi, come movimenti ripetitivi del gomito o carichi pesanti. Tuttavia, è importante evitare l’immobilizzazione completa per prevenire l’atrofia muscolare e la rigidità articolare.

Terapia del Freddo

L’applicazione di ghiaccio sulla zona dolorante può fornire sollievo immediato. Si consiglia di applicare il ghiaccio per circa 15-20 minuti più volte al giorno, specialmente dopo attività che possono sollecitare il gomito.

Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS)

Questi farmaci possono essere utilizzati per controllare il dolore e l’infiammazione. Tuttavia, devono essere assunti sotto supervisione medica per evitare effetti collaterali indesiderati.

Riabilitare il Tendine Patologico

Una volta che il dolore acuto è sotto controllo, il trattamento si focalizza sulla riabilitazione del tendine colpito. La fisioterapia è fondamentale in questa fase, con l’obiettivo di recuperare la forza, la resistenza e la funzionalità del tendine:

  • Esercizi Isometrici: Si iniziano con esercizi isometrici, che coinvolgono la contrazione muscolare senza movimento articolare. Questi esercizi sono utili per migliorare la forza tendinea senza sovraccaricare il tessuto lesionato.
  • Esercizi Eccentrici: Progressivamente, si introducono esercizi eccentrici, dove il muscolo si allunga sotto tensione. Questi esercizi sono particolarmente efficaci nel promuovere la guarigione del tendine e ridurre il dolore cronico.
  • Esercizi Pliometrici: Nelle fasi più avanzate, gli esercizi pliometrici vengono introdotti per migliorare la potenza e la velocità del tendine. Questi esercizi includono salti e movimenti esplosivi che preparano il paziente al ritorno alle attività sportive o lavorative.

Prevenire Future Recidive

Prevenire le recidive è un aspetto cruciale del trattamento dell’epitrocleite. A tal fine, si adottano misure preventive per ridurre il rischio di nuovi episodi dolorosi:

  • Educazione del Paziente: È fondamentale educare il paziente sui movimenti e le attività che possono predisporre all’epitrocleite. Vengono forniti consigli su come modificare la tecnica lavorativa o sportiva per ridurre lo stress sui tendini flessori.
  • Programma di Mantenimento: Un programma di esercizi di mantenimento, che include stretching e rafforzamento regolare dei muscoli dell’avambraccio, può aiutare a mantenere la salute del tendine e prevenire nuove infiammazioni.
  • Correzione dell’Ergonomia: Per chi svolge lavori manuali o utilizza strumenti specifici, l’ergonomia gioca un ruolo essenziale. L’adattamento dell’ambiente di lavoro e l’uso di supporti adeguati possono ridurre lo stress sui tendini e prevenire recidive.

Trattamenti Aggiuntivi: Onde d’Urto e Altre Terapie

Oltre alla fisioterapia, possono essere considerati trattamenti aggiuntivi per migliorare i risultati del trattamento conservativo:

  • Onde d’Urto: La terapia con onde d’urto è una tecnica non invasiva che utilizza onde sonore ad alta energia per stimolare la guarigione del tendine e alleviare il dolore. È spesso utilizzata in casi di epitrocleite cronica o resistente ai trattamenti standard.
  • Tecarterapia: La Tecar è una terapia fisica che sfrutta l’energia elettromagnetica per stimolare la guarigione dei tessuti, ridurre il dolore e l’infiammazione, e accelerare il recupero muscolare e tendineo.
  • Terapia combinata: La terapia combinata Tecar SIN200 è una tecnica avanzata che unisce l’energia elettromagnetica della Tecar con ultrasuoni e la veicolazione transdermica di farmaci e fitofarmaci, migliorando la rigenerazione dei tessuti, riducendo il dolore e accelerando il recupero funzionale.
  • Ultrasuoni: Questa terapia utilizza onde sonore per aumentare il flusso sanguigno e accelerare la guarigione del tendine. È particolarmente utile nelle fasi iniziali del trattamento.

Trattamento Chirurgico

L’intervento chirurgico è riservato ai pazienti con sintomi persistenti nonostante il trattamento conservativo per almeno 6-12 mesi o con rotture tendinee evidenti alla risonanza magnetica. La riabilitazione post-operatoria è fondamentale per un recupero ottimale, con un programma che include esercizi passivi e attivi, seguiti da un progressivo rinforzo muscolare.

Conclusione

L’epitrocleite è una condizione complessa che richiede una diagnosi accurata e un trattamento tempestivo. Sebbene la maggior parte dei pazienti risponda bene al trattamento conservativo, i casi più gravi possono necessitare di un intervento chirurgico. La fisioterapia, in ogni fase del trattamento, è cruciale per garantire il recupero e prevenire recidive. Per chi soffre di epitrocleite, un approccio personalizzato e integrato è essenziale per tornare a una vita attiva e priva di dolore.

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