La rabbia è un’emozione primitiva, che ha l’obiettivo di difenderci in una situazione che sentiamo ostile, nel rapporto con gli altri e con noi stessi. Spesso porta a reazioni incontrollabili con conseguenze a volte anche drammatiche.
La rabbia ha una funzione adattiva, cioè è strettamente legata alla sopravvivenza, in quanto ci consente di modulare la nostra risposta rispetto ai cambiamenti dell’ambiente.
È quindi importante comprendere al meglio i segnali che riceviamo dall’ambiente esterno per codificarli in una risposta adeguata ed efficace.
Come si manifesta
Quando siamo travolti dalla rabbia il corpo comunica in maniera molto esplicita ciò che stiamo provando: la muscolatura si irrigidisce, i pugni si serrano, il battito cardiaco accelera, aumenta la tensione muscolare e la sudorazione.
Nella maggior parte dei casi sperimentiamo la rabbia in situazioni con persone “conosciute”: il partner, i genitori, il capo, i colleghi. In generale con tutte quelle persone verso le quali c’è un investimento emotivo e con le quali siamo in relazione.
Come gestire la rabbia
– Prendere una pausa, allontanandosi dalla situazione o dalla persona che ha acceso la rabbia. Questo consentirà di ridurre il livello di stress e di dare una migliore lettura delle emozioni.
– Comunicare in maniera assertiva: fare valere le proprie ragioni ascoltando quelle dell’interlocutore, accogliendo un parere diverso.
– Utilizzare il problem solving: non bisogna focalizzarsi sul problema ma cercare soluzioni alternative.
– Fare esercizio fisico: un po’ di movimento permetterà di scaricare la tensione, può essere sufficiente una breve passeggiata.
– Praticare le tecniche di rilassamento: la mindfulness, la meditazione, sono soluzioni che consentono di gestire meglio le emozioni intense.
Quando invece ci troviamo ad affrontare una persona in preda alla rabbia, dovremmo:
- Cercare di non minimizzare le sue ragioni, svalutare o non prestare attenzione alla persona che sta provando rabbia.
- Utilizzare un ascolto attivo e partecipe, basato sul reale interesse per ciò che sta succedendo.
- Porre domande all’interlocutore in modo che possa spiegare meglio le sue ragioni ed il suo stato d’animo.
- Sostenerlo nel creare un filo logico di cause/conseguenze riguardanti il suo stato di collera, e nell’esprimere ciò che sta provando in quel momento.